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Quando sono arrivata a Paracas ho subito sentito quell’aria di mare che mi ricorda casa mia, ma mai avrei pensato che sarebbe diventata davvero come una seconda casa.

Ci vogliono dieci minuti per percorrere tutta Paracas. E due per arrivare dalla stazione del bus all’ostello di Kokopelli dove avrei abitato.

Ad un’ora dal mio arrivo in città mi sono ritrovata a fare un free tasting di vini e di Pisco. E solo dopo tre ore stavo camminando nella riserva naturale aspettando uno dei più bei tramonti visti in Peru.

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Al mio rientro 10 volontari, alcuni appena arrivati come me, altri ormai veterani e altrettante magnifiche persone mi aspettavano in Kokopelli. Il mio nuovo piccolo angolo di paradiso.

Sono passate tre settimane da quel giorno e non riesco a credere che il tempo sia passato così in fretta. I primi giorni ho pensato che non avrei saputo come passare le mie giornate. Il mare gelido con mille alghe, uccelli e odore di pesce non mi attraeva e non avevo letto di molti tours da fare a Paracas.

Invece, dopo qualche giorno non trovavo un minuto nemmeno per aggiornare Instagram.
E adesso, dopo tre settimane mi sono innamorata di questa casa e delle persone che hanno fatto parte della mia avventura.

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La riserva vicino Paracas è speciale, ha spiagge tutte diverse una dall’altra.
Tra queste Playa roya, Lagunilla, Yumachi e Playa la Mina. Nell’ultima, ho addirittura superato la paura dell’acqua gelata (non con poche difficoltà) per nuotare nella prima acqua cristallina vista in Peru.

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Tuttavia la parte più divertente è arrivare alle spiagge stesse e puoi farlo in svariati modi: in bici pedalando con tutta la tua energia contro il vento perenne di Paracas.

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O noleggiando uno scooter godendosi l’aria fresca durante il cammino, oppure se in tante persone sedersi comodi in una macchina e guidare fino ai punti più lontani, nelle strade deserte della riserva.

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Inoltre una delle cose migliori da fare è portare tenda e sacco a pelo e dormire sulla spiaggia. Ballare nella notte e aspettare l’alba.
Mi mancheranno i milioni di falò e tutte le persone speciali che con la loro musica, cantando e suonando ogni tipo di strumento rendevano le notti ancora più magiche.

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Lavorare nel bar è stata un’altra esperienza inaspettata di questo viaggio. Non posso dire che come altrove ho potuto aiutare le persone di qui, ma di sicuro è stata una divertente parentesi. Per me, che sono curiosa e che non posso non parlare con le persone è stato più un gioco che un lavoro.

Le giornate sono volate facendo cocktails, cucinando milioni di cose diverse, nuotando in piscina, facendo kayak in mezzo a meduse gigantesche, camminando con il tramonto sulla spiaggia, vedendo e ascoltando i leoni marini, esercitandomi tutti i giorni nella slackline, coccolando il cane Cabezon, praticando il mio spagnolo alle tre di notte con Jose alla reception e insegnando l’italiano a tutte le persone curiose come me di conoscere il mondo.

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Mi mancherà un po’ tutto di questa vita, forse addirittura mi mancherà la colazione di Kokopelli (uguale per tre settimane) con uova, marmellata, pane, burro, caffé, una mela e succo di maracuya.
E ovviamente le scorte di pane e caffè per il pranzo e la cena.
Grazie Kokopelli e grazie magnifiche persone di Paracas.

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